Come ogni settimana, celebriamo la romanità con la nostra Elisa di Kitty’s Kitchen, che oggi condivide con noi la ricetta di una grande specialità romana, la gricia, e anche qualche segreto! Grazie Elisa
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Questa settimana per il consueto appuntamento con la cucina romana (verace) vi consiglio un classico, diffusissimo a Roma ma poco conosciuto nel resto d’Italia: la gricia. Antenata dell’amatriciana, è anche detta amatriciana in bianco, perchè in questa ricetta non si utilizza sugo ma si abbonda con il pecorino. E’ un piatto gustoso, molto saporito che tuttavia non sempre riesce bene. E’ necessario usare qualche piccolo accorgimento per far sì che il formaggio non si addensi troppo intorno alla pasta, che il guanciale o la pancetta non si secchi troppo e resti “succoso”. Poi direi che molto va a gusto personale, tutti i grandi chef romani si sono cimentati in questo classico e diciamo che chi la preferisce più asciutta, chi più “umida”, chi con il guanciale brucciacchiato! Insomma ognuno ha il suo metodo.
Se volete sapere che tipo di pasta sarebbe il caso di utilizzare per questa semplice ricetta il consiglio è quella di Latini, io questa volta ho preferito le tagliatelle ma è anche comune trovare versioni che utilizzano pasta corta, in particolare rigatoni.
TAGLIATELLE ALLA GRICIA
200 gr di tagliatelle
200 gr di guanciale
150 gr di pecorino romano
olio evo
pepe nero
Porzioni 2
Tempo di preparazione 20 minuti
Difficoltà 2
Prezzo indicativo 8 euro
Scaldare l’olio in padella quando sarà bollente aggiungere il guanciale, lasciarlo appena diventare rosa e poi togliere dal fuoco.
Cuocere le tagliatelle in acqua salata e scolarle bene al dente, mettere la pasta nella padella con il guanciale, contestualmente al pecorino grattuggiato fine e a temperatura ambiente. Se è troppo freddo di frigorifero correte il rischio che il formaggio si addensi troppo. Mantecare rapidamente aggiungendo un mestolo piccolo di acqua di cottura delle tagliatelle. Due o tre “salti” e poi, macinare sopra abbondantissimo pepe. Quando impiattate potete aggiungere ancora pecorino e pepe sopra.
20. settembre 2010 a 7:29 pm
troppe inesattezze
per prima cosa ne la “griscia” o gricia ne l’amtriciana,sono piatti della cucina romana.
Sono si molto usati a roma ma sono piatti della cucina abruzzese.
la griscia prene il suo nome da un paesino vicino amatrice,una frazione del comune di accumoli che si chiama appunto grisciano.
L’amatriciana prende il suo nome dal comune di amatrice.entrambi i comuni sono passati al lazio dopo la prima guerra mondiale ma storicamente appartengono all’abruzzo,parliamo quindi di ricette abruzzesi e non laziali.
22. settembre 2010 a 12:22 pm
Ciao Luca,
grazie mille per le precisazioni ;P
17. novembre 2010 a 3:05 pm
in effetti quando sono stato a l’aquila, pescasseroli tagliacozzo avezzano sulmona roccaraso ecc fra le specialità abruzzesi nei ristoranti ho sempre assaporato amatriciana o gricia. ma per favore….. la storia geografica da ragione a luca, ma da dove nascono questi piatti? essendo pignoli neanche dal paese in se ma dai pastori in transumanza che da amatrice e d’intorni scendevano verso la zona di Roma, vendendo poi lì i loro prodotti tra cui guanciale e pecorino amatriciano, che sono entrati a far parte della tradizione tipica dei piatti romani.
Dicendo altro i pastori non usavano il pecorino (che era per la vendita) nella loro gricia o amatriciana ma la meno pregiata ricotta salata che tenevano per loro.
in conclusione anche se amatrice anticamente era in territorio abruzzese (ma prima ancora appartenente all’impero romano), i pastori avevano un cordone ombelicare con roma e non con il territorio abruzzese dove in effetti questi ingredienti erano sconosciuti per la maggior parte del territorio centro orientale