Settimana scorsa avevamo iniziato questo viaggio all’interno della storia di Pasta Antonio Amato parlandovi della nascita della pasta. Oggi entriamo nel dettaglio di questa famiglia scoprendo come è riuscita a creare il brand conosciuto in tutto il mondo.
Si parte da 1901, anno in cui nasce Antonio Amato (il primo) che, in seguito alla prima guerra mondiale, si fa carico dell’attività famigliare dimostrando da subito un gran talento per gli affari. Tale per cui, l’azienda viene trasferita dalla provincia alla città di Salerno.
In queste prime fasi, si gettano le basi del forte rapporto che legherà per sempre Antonio al nipote Giuseppe (cui successivamente affiderà l’azienda).
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Antonio ottiene l’importante compito di coordinare la distribuzione delle derrate alimentari.
Nel 1951 diventa anche azionista della società Molino e Pasticifio Rinaldo & C che muterà la sua denominazione in Rinaldo & Amato.
Il fiuto per gli affari della famiglia Amato si fa sentire e nel 1958 nasce la nuova società Antonio Amato & C Molini e Pastifici in Salerno spa, trasferendo nuovamente l’azienda, questa volta dal centro alla periferia della città. Contemporaneamente, Antonio viene nominato Cavaliere del Lavoro mentre il nipote Giuseppe prosegue nell’attività di modernizzazione dell’azienda, tanto da divenire il più moderno complesso per la pastificazione del Mezzogiorno.
Nel 1979, alla morte dello zio Antonio, Giuseppe prosegue l’opera diventando a sua volta Cavaliere del Lavoro, contribuendo alla crescita esponenziale dell’azienda e rifiutando le varie offerte d’acquisto da parte dei colossi del mercato italiano.
3. dicembre 2010 a 10:41 am
Potrebbe essere un gradevole amarcord per quanti apprezzano i prodotti Antonio Amato, e anche per curiosi delle tradizioni nostrane,illustrare insieme con la storia della casata, gli uomini, gli operai salernitani che negli anni hanno contribuito con amorevole dedizione e sacrificio a rendere un marchio cosi’ speciale e rinomato.
Grazie.
3. dicembre 2010 a 12:44 pm
il pastificio Amato ha rappresentato e rappresenta un vanto dell’industria salernitana ed italiana. La proprietà si è sempre rinnovata con sagacia e con i tempi. Spesso mi è capitato all’estero di chiedere la nostra pasta Amato e devo dire di averla quasi sempre trovata. Ricordo una volta al S.George Hotel di Edimburgo chiesi penne al ragù e loro mi risposero di avere pasta……, da buon salernitano convinsi lo chef che la vera pasta italiana era Amato, dopo due anni ritornai al S. George e trovai la pasta Amato e non trovai più lo stesso chef. Mi auguro di poter essere per sempre orgoglioso del nostro benAmato pastificio mitaliano.
3. dicembre 2010 a 7:07 pm
Io spero da italiano convinto,ma prima ancora da salernitano, che la ditta Amato preservi anzitutto l’arte atavica, senza privarsi di cimentare la propria capacità manageriale altre esperienze.E che la conservi nella propria terra.
Cordialmente.