L’orto magico della Mucca Sbronza
Quest’oggi intervistiamo Marica, autrice del foodblog La Mucca Sbronza, che abbiamo presentato qualche giorno fa con il suo freschissimo Gelato di fragole e panna con lingue di gatto. Passiamo subito a conoscerla da vicino…
MiK: Iniziamo dal nome che hai scelto di dare al tuo foodblog, La mucca sbronza… a cosa si riferisce?
Marica: Il nome è legato al titolo originario del blog, ovvero “La Mucca Sbronza : vita comune di una ragazza troppo in carne” , la Mucca ovviamente sono io… con le mie ciccette. L’aggettivo sbronza è nato nel primo post, dove spiegavo della mia propensione ad avere sempre la testa fra le nuvole, di sbattere e inciampare ovunque e di avere un’aria sempre stralunata, per fortuna con gli anni sono migliorata (non troppo però).
MiK: Ci spieghi come e quando è nato il tuo blog? Quando lo si visita, si ha l’impressione che è “vissuto” e che hai sperimentato varie soluzioni visive e tematiche per creare un quadro sempre completo delle tue esperienze culinarie.
Marica: C’è da premettere che io sono una grafomane e lo sono sempre stata, comunico moltissimo via mail e prima del blog la posta era l’unico mezzo per tenermi in contatto con gli amici, gli sms mi vanno decisamente stretti Neanche una settimana dopo la creazione ho iniziato a insierire qualche ricetta ed ho scoperto che come me c’erano molte altre persone che lo utilizzavano meravigliosamente per scambiarsi ricette e notizie sul mondo del food, mi si è aperta una finestra su un nuovo mondo!
All’inizio non mi curavo molto delle immagini, dell’impaginazione,del look insomma, poi Mucca è diventata sempre più presente nella mia vita di tutti i giorni ed ho iniziato a fare alcuni tentavivi per trovare un modo più efficace e, diciamolo, anche esteticamente più gradevole per aggiornarla. In parole povere Mucca è il diario di bordo del mio viaggio culinario, che spero sia ancora lungo e ricchissimo di scoperte.
MiK: Chi è Patata, e perché la chiami così?
Marica: Patata è la mia sorellina, la chiamo così da quando era piccola perchè io adoro le patate, in pratica è la mia assaggiatrice personale nonché spietata critica. Adora i dolci e nel corso degli anni ha sviluppato una competenza in materia piuttosto importante…se un impasto non ha la consistenza perfetta o il giusto sapore…ZAC! Me lo stronca in un minuto
MiK: Hai una predilezione per i dolci, anche se dalla lista delle ricette sul tuo blog non mancano anche quelle salate, sempre molto interessanti e sfiziose. Che differenza passa, secondo te, tra la preparazione (ma anche la “comunicazione” ) di una pietanza salata rispetto ad una dolce?
Marica: Rispetto al salato il dolce è precisione, perfezionismo (alle volte un pò maniacale), praticamente è CHIMICA. Improvvisando raramente escono fuori risultati eccezionali. Mi piace scoprire sempre nuovi segreti sulla preparazione delle basi di pasticceria e sperimentarle per confrontare i vari risultati, lo trovo entusiasmante anche se in casa mia e fra i miei amici nessuno capisce il perchè… Poi c’è il vero e proprio atto creativo, quando alla sera mi capita di pensare nel letto a come assemblare nuovi sapori e recenti scoperte, oppure quando mi commissionano un dolce di compleanno particolarmente impegnativo.
In genere quando lavoro a un dolce di pasta di zucchero inizio e finisco nella stessa giornata, senza mangiare e bere, come un pittore pazzo alle prese col suo capolavoro, totalmente invasata. Quando cucino il salato è molto più rilassante, faccio tutto ad occhio e assaggio in continuazione, mi diverto a pastrocchiare e se mi stufo mollo tutto, semplicemente non mi “prende” come il dolce, però anche in questo campo ho le mie preferenze, adoro fare il pane in casa e preparare la pasta fresca ripiena!
MiK: Nomini spesso il tuo orto, dove cresce la frutta e verdura che spesso utilizzi per le tue “creazioni”. Da quanto tempo ti dedichi alla coltura? Scambieresti la tua vita in provincia con la città?
Marica: Non mi dedico personalmente alla coltura anche se aiuto il contadino che è mio padre. Lui ha vissuto quasi tutta la sua vita in campagna e con la terra ha un legame strettissimo, è impressionante come riesca a coltivare e far crescere qualsiasi vegetale, dalle verdure, alle piante di cactus passando per i bonsai.
Io al massimo riesco a tirar su qualche bulbacea. In compenso sono innamorata dei prodotti che coltiviamo e mi piace moltissimo utilizzarli, chi non ha mai assaggiato delle verdure biologiche non sa cosa significhi mangiare veramente. Non vorrei mai cambiare la mia vita con quella di città, ma prossimamente potrei essere costretta a fare una scelta in questo senso e la cosa mi sta creando non pochi problemi…
MiK: In nostro gioco del “se fossi”. Se tu fossi un piatto, cosa saresti? E se tu fossi un ingrediente?
Marica: Se fossi un ingrediente sarei farina, prodotto economico ed umile ma che sa trasformarsi e rinnovarsi in continuazione e con davvero poco da aggiungerci. Se fossi un piatto invece sarei un purè di patate, soffice,cremoso e tranquillizzante. Il mio cibo preferito in assoluto.
giuuuuuuuuuuuuuuulia…
ti ho scritto una mail!